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La storia di Siracusa attraverso le cartoline de   

La Casa dei Viaggiatori

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Le didascalie riportate sotto le immagini sono la trascrizione delle note descrittive originali presenti accanto alle immagini sulle cartoline della serie.

Le cartoline originali sono visibili alla pagina "cartoline de La Casa dei Viaggiatori"

Nr. 13 - Il Castello Eurialo - Ricostruzione ideale di L. Mauceri

 

 Dionisio, con la costruzione del Castello Eurialo, (402 a 397 av.Cr.) si propose di tenere permanentemente occupato il punto culminante della terrazza di Epipoli; di proteggere le comunicazioni coll'interno dell'isola in caso di assedio; di avere una base di operazione forte e sicura per prendere l'offensiva contro il nemico che minacciasse la vasta città, sia dal lato nord che sud. Osservando le rovine di questo meraviglioso castello posto a cavaliere della strada dell'Esapilo e sul punto di convergenza dei due versanti della terrazza, ben si comprende l'alto valore del grande capitano che rese la patria inespugnabile e temuta.

Nr. 14 - Veduta delle rovine del Tempio di Giove Olimpico col panorama del gran porto.

 

 

Nel Tempio di Giove Olimpico, che era uno dei più antichi tempi della Sicilia, venivano conservati i registri del popolo siracusano. Qui nel grande assedio dei Cartaginesi, che accampavano tra la spiaggia e l'Olimpico, fu posto il quartiere generale di Imilcone.

Il tiranno Dionisio, con un attacco improvviso, sloggiò il nemico dall'Olimpico, espugnò il castello Dascone posto sulla spiagia attigua, e bruciò gran parte della flotta cartaginese.

Imilcone nottetempo lasciò il gran porto cogli avanzi della spedizione (396 av. Cr.) dopo aver pagato al tiranno un'indennità di guerra.

Nr. 15 - Siracusa - Orecchio di Dionisio

 

 

La leggenda vuole che questa celebre grotta, chiamata Orecchio di Dionisio, sia servita al tiranno per ascoltare i discorsi dei prigionieri di stato rinchiusi nella latomia. La stanzetta scavata nella roccia sul ciglione della terrazza del Temenite, cui immette il canale superiore della grotta ha dato credito alla leggenda. certa cosa si è che la grotta, fu scavata al di sotto di un'antica galleria allo scopo di cavar pietra, e che il fenomeno acustico è casuale. A parte la forma della grotta ed il nome di Orecchio, datole pel primo dal celebre Michelangelo da Caravaggio, lo spettacolo che offre la spelonca coll'attigua latomia del Paradiso, è dei più curiosi e sorprendenti. Il materiale tolto dalle immense cave è veramente enorme e dà un'idea della grandiosità di Siracusa antica.

Nr 16 - Siracusa - Veduta delle sorgenti del grande acquedotto Galermi, sotto Pantalica

 

 Siracusa nell'apogeo della sua grandezza costruì il famoso acquedotto, inteso oggi Galermi, quasi tutto scavato nella roccia, lungo Km. 29 circa. In questo acquedotto furono incanalate le sorgenti del rivo Bottiglieria sotto Pantalica. Con ciò il popolo Siracusano dotò la Pentapoli di circa 50 mila metri cubi di acqua al giorno, e tramandò ai posteri un meraviglioso lavoro di idraulica, degno della terra in cui rifulse, più tardi il genio di Archimede.

Nr 17 - Siracusa - veduta di Pantalica con le tombe dei Siculi.

 

Sul colle di Pantalica a circa 30 Km. da Siracusa vuolsi esistesse l'antichissima Erbesso, città cospicua dei Siculi. Sulle ripide balze del pittoresco colle oggi ammiransi migliaia di tombe scavate nella roccia da quel popolo di agricoltori e di guerrieri, con i quali i siracusani cercarono di vivere nei migliori rapporti di vicinato.

Nr 18 - Siracusa - Veduta delle balze del Colle Eurialo.

 

Mentre Agatocle con ardimento e valore avea portato la guerra in Africa contro Cartagine, Amilcare assediava Siracusa e tentava di assalire il Castello dell'Eurialo per prenderlo di sorpresa (309 av. Cr.). Ma l'attacco notturno si convertì in un disastro militare per i Cartaginesi. Dopo 103 anni si ripeteva, sulle balze dell'Eurialo, la strage che aveano sofferto gli Ateniesi condotti da Demostene. Amilcare, preso prigioniero la stessa notte, fu decapitato dai Siracusani e la testa di lui mandata in Africa ad Agatocle, come trionfo di guerra.

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