top of page

SCRIPTPHOTOGRAPHY

Angelo TURETTA                                                                         (Italia) 

Nuovomondo-2006-Francesco-Casisa-e-Charl

ANGELO TURETTA

C’è uno spazio nell’ambito del linguaggio cinematografico nel quale l’immagine “fissa” precede l’immagine “in movimento”. Il ruolo occupato deve suggestionare la nostra sensibilità di cinefili e al contempo imporsi come “iconica”, un mezzo espressivo il cui obiettivo è la veicolazioni di suggestioni che parlino di un film prima della sua visione. Questo ruolo è occupato dalla “fotografia di scena”. Ma quello che vediamo noi spettatori è solo l’anello terminale di una catena comunicativa che ha inizio con la lavorazione del film, continua con la sua promozione presso gli uffici stampa e prosegue con ogni immagine pubblicata su qualunque giornale.  Non c’è immagine dunque che non abbia lo scopo di elaborare, sotto il profilo formale, l’impronta contenutistica di un film. La comunicazione cinematografia viaggia per immagini fotografiche e queste, oltre che informare, devono attrarre. Non si pensi tuttavia che il lavoro di un fotografo di scena si esaurisca qui. Rispetto al passato, nel quale il compito di un fotografo era ripetere quasi pedissequamente le immagini che poi gli spettatori avrebbero visto sul grande schermo, oggi la sua libertà creativa – il limite è stabilito dalla sensibilità del singolo fotografo – si è estesa fino a svincolarsi dal ruolo di reporter (qualcuno cioè che documenti freddamente l’attività di un set) per abbracciare la figura di un vero e proprio interprete della lavorazione. E sebbene si tratti di un lavoro su commissione, un fotografo di scena che gode della fiducia di regista e produzione ha una grande libertà di movimento, sia che si tratti di riprese quanto più vicine al girato (in gergo “in scena”), quanto della cattura dei “si gira”, di quell’insieme di immagini prese nelle pause di lavorazione o del backstage. Egli è silenzioso, discreto, al fianco non ha assistenti e spesso il suo lavoro, non essendo immediatamente connesso alle funzioni degli altri specialisti sul set, è stato sottovalutato. Spesso il suo nome non appare sui crediti, il che lascia che il suo nome sia dimenticato a favore di altre maestranze. Eppure oggi i migliori fotografi di scena sono prima degli ottimi professionisti, stimatissimi dai colleghi che operano in altri settori e a cui va riconosciuto di rappresentare la memoria storica del cinema. Le fotografie di un fotografo di scena sono dei micro film, dei riassunti per immagini di un racconto più ampio: “film di un solo fotogramma, vivi nella loro immobilità”, com’è stato detto, e la cui incisività deve dialogare con uno sviluppo narrativo che ripeta l’opera più completa senza divenire un ricalco.  

english

 

bottom of page