SCRIPTPHOTOGRAPHY

KAVEH H STEPPENWOLF

​

Potente è la fantasia. Genera mondi molteplici e astratti, e popolano la mente d’ognuno. Senza fine. Tutto è vero più del vero. Visioni sdrucciole, oblique, persino improbabili ma nella cui evanescenza si addensa il senso dell’onirico liberato agli occhi della mente. Il fotografo iraniano Kaveh H. Steppenwolf ci invita tutti nel suo viaggio fantastico, nel quale il dibattito tra fantasia e realtà si stempera nel raggiungimento di un obiettivo comune: la bellezza.
E le immagini sono di una bellezza inquietante, siano esse le più grondanti d’allusioni sia le più “vere”, per cui la nuda rappresentazione di un bosco o due sfuggevoli fari nella bruma ci appaiono come medium di uno sgomento prossimo a venire.
Il resto è concettualità, costruzioni visionarie e ubriacate. Mondi leggeri e impalpabili rincorrono ambientazioni decisamente più dark, quasi neo-gotiche, in cui leggere l’ambiguo e forse mai risolto rapporto tra l’uomo e ciò che lo circonda. Compresi gli oggetti, che nella fotografia di Steppenwolf assurgono al ruolo di protagonista, assisi in una dimensione competitiva con l’uomo stesso.
Tutto è simbolo. Tutto è affrancato dalla dimensione rappresentativa per sfociare nel vasto mare delle allusioni, di una allegoria che – potenza del simbolo – che diviene a tratti più esplicita della realtà, costringendo l’osservatore a una rilettura delle proprie coordinate.
Sogni o, se preferite, incubi. Ma senza l’angosciante straniamento di un sogno andato storto. Qui tutto si muove nella leggerezza di un mondo parallelo ma non ostile. Le immagini rapiscono. E seducono chi le ammira, lasciando un sentore di un gioco compositivo riuscito e ricco di senso e nel quale siamo tutti invitati a riscattare dal profondo ogni nostra più piccola fantasia. E in questo gioco non possiamo che trovarvi un che di famigliare: tutti sogniamo, anche chi crede di non sognare.

 

Giuseppe Cicozzetti

 

foto di Kaveh H. Steppenwolf

 

http://steppenwolf.1x.com/