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SCRIPTPHOTOGRAPHY

Art  KANE                                                                                                      (Usa)

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ART KANE

New York, 1958. A Art Kane, un giovane fotografo della rivista ‘Esquire, viene in mente un progetto a cui non aveva mai pensato nessuno, riunire il meglio della scena jazz in una strada di Harlem per una foto di gruppo. Nessuno tra i musicisti né tantomeno il fotografo, poteva immaginare che quella foto, conosciuta come “A great day in Harlem” o, più semplicemente, “Harlem 1958”, potesse diventare parte del tessuto culturale degli Stati Uniti d’America. Kane si mise presto al lavoro. In quegli anni se vivi a New York, sei ebreo e non hai almeno un’idea forte che ti frulla per la testa non fai molta strada. Subito un problema: come fare perché quelle che al tempo erano già delle leggende viventi del jazz statunitense aderissero al progetto. Kane non perde tempo e lancia l’appello a tutti: agenti, etichette discografiche, sale sindacali, club, praticamente qualunque canale a cui potesse pensare. I musicisti aderirono in massa. Sonny Rollins che all’epoca aveva ventisette anni, disse: “Non ho esitato. "Qualcosa del genere non era mai stato fatto, e i ragazzi erano solo ansiosi di farlo. Sicuramente ero ansioso di farlo. Erano tutti miei compari. È stato molto divertente." Il luogo scelto è Harlem, cuore pulsante della comunità nera di New York e dove il jazz trasuda dai pori dei club nei quali, a distanza di un solo isolato, John Coltrane meravigliava con i sui “passi da gigante” e la voce di Billie Holiday aveva “occhi di diamante che vedono oltre le bugie”. Harlem era una stella che esplodeva nel cuore cadendo sulla città in piena luce. Dopo una pressoché estenuante ricerca del luogo più adatto, Kane scelse un edificio al n. 17 nella 126th Street, tra la Quinta e Madison Avenue. L’appuntamento è per le 10 del mattino, un’ora che non esiste nell’orologio dei musicisti. Di più, per chi lavora fino alle quattro di notte, è l’intera mattina a non esistere. Ma i musicisti accorrono. Vengono in metropolitana, a piedi, in taxi, in treno come pendolari; tutti sono consapevoli che sta per accadere qualcosa di grandioso: la comunità jazz si stava per stingere a sé, e il termine comunità – è proprio chiamarla con questo nome – si allarga fino a comprendere nella fotografia un numero di ragazzini festanti, forse inconsapevoli di trovarsi a contatto con delle leggende viventi ma che restituiscono in pieno il clima festoso e disponibile. Sotto il profilo musicale New York è nell’età dell’oro e Harlem è il suo scrigno. Una curiosità. Nel film di Steven Spielberg ‘The Therminal’, il personaggio interpretato da Tom Hank ha nelle mani proprio questa foto e un solo obiettivo: ottenere l’autografo di Benny Golson, il solo mancante per completare la collezione. Vi riuscirà. Anche questa è una storia americana.

 

Giuseppe Cicozzetti

 

foto Art Kane

 

https://www.artkane.com/

New York, 1958. At Art Kane, a young photographer from the Esquire magazine, comes to mind a project that no one had ever thought of, bringing together the best of the jazz scene on a street in Harlem for a group photo. Nobody among the musicians nor the photographer, could imagine that the photo, known as "A great day in Harlem" or, more simply, "Harlem 1958", could become part of the cultural heritage of the United States of America.

Kane set to work early. In those years, if you live in New York, you're a Jew and you don’t have at least a strong idea that you're going through your head, you don’t go far. Immediately a problem: how to do it because those who at the time were already living legends of American jazz adhere to the project. Kane wastes no time and appeals to everyone: agents, record labels, unions, clubs, virtually any channel he could think of. The musicians joined in mass.

Sonny Rollins, who was twenty-seven years old at the time, said: "I did not hesitate. "Something like that was never done, and the kids were just anxious to do it, I certainly was anxious to do it, they were all my buddies, it was a lot of fun." The place chosen is Harlem, the beating heart of the black community of New York and where jazz oozes from the pores of clubs where, just a block away, John Coltrane marveled with his "giant steps" and the voice of Billie Holiday had "diamond eyes that see beyond lies".

Harlem was a star that exploded in the heart falling on the city in full light. After a rather exhausting search for the most suitable place, Kane chose a building at no. 17 in 126th Street, between the Fifth and Madison Avenue. The appointment is for 10 am, an hour that does not exist in the musicians' watch. Moreover, for those who work until four in the morning, it is the entire morning that does not exist. But musicians come along.

They come by subway, on foot, by taxi, by train as commuters; everyone is aware that something great is about to happen: the jazz community was about to stand by itself, and the word community - it's just calling it by this name - expands to include a number of cheering kids in the photograph, perhaps unaware of being in contact with living legends but which fully restore the festive and relaxed atmosphere.

Under the musical profile New York is in the golden age and Harlem is his casket. A curiosity. In Steven Spielberg's film 'The Therminal', the character played by Tom Hank has in his hands just this picture and only one goal: get the autograph of Benny Golson, the only missing to complete the collection. He will succeed. This is also an American story.

 

Giuseppe Cicozzetti

 

ph. Art Kane 

 

https://www.artkane.com/

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