FOTOTECA SIRACUSANA
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SCRIPTPHOTOGRAPHY
Carlo CARLETTI (Italia)
CARLO CARLETTI
Venezia. Due giovani si baciano nella completa indifferenza dei presenti. Sono giovani ed elegantissimi. Lei tiene sulle gambe un bouquet di calle, lui è in tight. Si sono appena uniti in matrimonio e ora affrontano il cammino che hanno scelto, un viaggio personale che appartiene solo a loro. L’immagine sembra uscire dal portentoso archivio della fotografia umanista – quella dell’istante perfetto, del momento decisivo – raccolta come una perla dall’ordinarietà, ma in realtà è una foto assai ben composta: gli sposi sono a bordo di un vaporetto, si stringono e si baciano su suggerimento del fotografo in modo che la momentanea passione strida con il disinteresse dei presenti, sottolineando con un gesto come un giorno ordinario per i passeggeri sia invece un giorno speciale per i due giovani sposi. La fotografia cerca lo straordinario nell’ordinario. E vi riesce. E insieme ad altre confluirà a formare quel corposo contenitore di memorie del “giorno più bello”: l’album di nozze. Carlo Carletti è il più grande fotografo di cerimonie, perché ha saputo elevare a forma espressiva autonoma un genere sottovalutato (un importante fotografo italiano ha detto che fare fotografie di matrimoni equivale al lavoro di un regista che accetta di girare pubblicità) e spesso considerato inferiore. Eppure con Carletti il “core business” di molti fotografi ha finalmente assunto la dignità che merita. La sua fotografia è narrativa, quasi che l’idea di base sia quella di seguire una sceneggiatura visiva per raccontare una storia, il racconto di un giorno. Via dunque ogni ricorso al sentimentalismo. Nelle foto di Carletti è assente ogni luogo comune – egli stesso li evita con accurata perizia –, non c’è spazio per i cliché che vogliono un album di nozze un resoconto degli invitati e via libera invece ai contenuti autoriali per una visione tutt’altro che solenne o formale. Un capovolgimento. A partire dal bianco e nero, che timbra le fotografie e le accosta al reportage. Le luci obbediscono a un preciso dosaggio, così come le ombre, la naturalezza delle espressioni immerse in un gioco di chiaro scuro catturano l’attenzione, slegando la fotografia dall’interesse circoscritto dei soggetti per proiettarlo nella fruizione generale, come se il fatto privato diventasse pubblico in virtù della sua cifra artistica. Nel racconto d’un giorno, Carletti scardina il pregiudizio e lascia che a dilagare sia una poetica evaporata da ogni retorica. Come il suo stile, asciutto ed empatico, attento al fluire delle cose e pronto a immortalare il presente nello stesso momento in cui diventa passato.
Giuseppe Cicozzetti
da “Fotografie di Matrimoni”
foto Carlo Carletti
Venice. Two young people kiss each other in the complete indifference of those present. They are young and very elegant. She holds a bouquet of calla lilies on her legs, he is in tight. They have just joined in marriage and now they face the path they have chosen, a personal journey that belongs only to them. The image seems to come out of the portentous archive of humanist photography - that of the perfect instant, of the decisive moment - collected like a pearl from the ordinary, but in reality it is a very well composed photo: the bride and groom are on a boat, yes they hug and kiss each other at the suggestion of the photographer so that the momentary passion screams with the disinterest of those present, underlining with a gesture as an ordinary day for passengers is instead a special day for the two young spouses. Photography looks for the extraordinary in the ordinary. And it succeeds. And together with others it will come together to form that full-bodied container of memories of the "most beautiful day": the wedding album. Carlo Carletti is the greatest photographer of ceremonies, because he has been able to raise an underestimated genre to an autonomous expressive form (an important Italian photographer said that taking wedding photographs is the work of a director who agrees to filming advertising) and often considered inferior. Yet with Carletti the "core business" of many photographers has finally taken on the dignity it deserves. His photography is narrative, as if the basic idea is to follow a visual script to tell a story, the story of a day. So leave any appeal to sentimentality. In Carletti's photos every commonplace is absent - he himself avoids them with careful skill -, there is no space for clichés who want a wedding album an account of the guests and instead go to the authorial contents for a completely different vision that solemn or formal. A reversal. Starting with black and white, which stamps the photographs and combines them with the reportage. The lights obey a precise dosage, as well as the shadows, the naturalness of the expressions immersed in a game of light and dark capture the attention, untying the photograph from the limited interest of the subjects to project it in the general fruition, as if the private fact became public by virtue of its artistic figure. In the story of one day, Carletti undermines the prejudice and allows a poetics evaporated by every rhetoric to spread. Like his style, dry and empathetic, attentive to the flow of things and ready to immortalize the present at the same time it becomes past.
Giuseppe Cicozzetti
from “Fotografie di Matrimoni”
ph. Carlo Carletti