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SCRIPTPHOTOGRAPHY

Zana BRISKI                                                                                                     (USA) 

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ZANA BRISKI

La prostituzione è un invenzione dell’uomo per estendere il suo dominio sulle donne. Se, dunque, come alcuni tra i gruppi più intransigenti ne sostengono l’abolizione allora è l’uomo stesso che dev’essere abolito. La prostituzione è schiavitù. A ogni livello del suo esercizio. A ogni latitudine, perché l’uomo è uguale a ogni latitudine. Calcutta, 2003. La fotografa americana Zana Briski si addentra tra le sordide strade di un bordello, un recinto sessuale nel quale le pulsioni sessuali hanno un prezzo ma il costo è pagato dalle donne. Per intero. Ne uscirà un lavoro intitolato “Brothel” e, più tardi, nel 2004, un documentario, “Into the Brothel” che si aggiudicherà l’Oscar. Il registro documentario si dipana a più livelli, coinvolgendo ogni attimo di un’attività quotidiana sempre uguale a se stessa; come un destino segnato, come una pagina di vita scritta da altri. Le donne sono alle prese con i loro clienti, ora durante una trattativa ora nell’accondiscendente simulazione di una complicità finta come più non si potrebbe, regolata dal denaro che acquista il diritto a una sessualità poco dopo sfogata freddamente. Vite d’escluse, di reiette cercate e trovate quali oggetti di un desiderio da consumarsi brutalmente e da dimenticare altrettanto rapidamente, come i letti sfatti ai lati di stanze sudicie e mal illuminate. Nelle foto di Zana Briski tuttavia assistiamo a qualcos’altro che una transazione tra adulti. In “Brothel” ci accorgiamo che la vita in un bordello a cielo aperto consente lo svolgersi di qualcosa che ai nostri occhi è terribile e drammatico ma che segnala come la prostituzione in India sia qualcosa che ha a che fare con l’immutabile svolgersi di un destino che, una volta abbattutosi, si estende fino a coinvolgere gli affetti veri: i figli. Li vediamo correre e giocare mentre accanto si consuma il mercimonio. Indifferenti. Come se il prostituirsi delle madri fosse un’attività moralmente accettabile al pari di una qualunque altra professione. Vite scivolose. Parvenze di sentimenti. Tutto è simulato sul terreno della sopravvivenza e regole dettate dal desiderio. In “Brothel” c’è l’intero catalogo della sopraffazione e delle regole che ne impongono la continuazione perenne. Il sesso è imposizione classista, e nella prostituzione inchioda i suoi principi. Immutabili.

 

Giuseppe Cicozzetti

da “Brothel”

 

foto Zana Briski

http://www.zanabriski.com/

 

 

Prostitution is an invention of men to extend its dominion over women. If, therefore, as some of the most intransigent groups support its abolition, then it is man himself who must be abolished. Prostitution is slavery.

At every level of his exercise. At every latitude, because man is the same to every latitude. Calcutta, 2003.

The American photographer Zana Briski goes into the sordid streets of a brothel, a sexual enclosure in which sexual drives have a price but the cost is paid by women. In full. The result will be a work called "Brothel" and, later (2004) a documentary, "Into the Brothel" which will win the Oscar.

The documentary register unravels at different levels, involving every moment of a daily activity that is always the same; like a destiny marked, like a page of life written by others. The women are grappling with their clients, now during a negotiation now in the condescending simulation of a fake complicity as no longer possible, regulated by the money that acquires the right to a sexuality shortly after vented coldly.

Lives of excluded, of reiette seek and find as objects of a desire to be consumed brutally and to forget just as quickly, as the unmade beds on the sides of dirty and ill-lit rooms.

In Zana Briski’s photos, however, we see something else than a transaction between adults. In "Brothel" we realize that life in a brothel in the open air allows the unfolding of something that is terrible and dramatic in our eyes but which signals that prostitution in India is something that has to do with the immutable unfolding of a destiny which, once destroyed, extends to involve the true affections: the children. We see them run and play while the merchandise is consumed next to them.

Indifferent. As if the prostitution of mothers was a morally acceptable activity like any other profession. Slippery lives. Feelings of feelings. Everything is simulated on the terrain of survival and rules dictated by desire. In "Brothel" there is the entire catalog of oppression and the rules that require its perpetual continuation. Sex is classist imposition, and in prostitution it nails its principles. Immutable.

 

Giuseppe Cicozzetti

from “Brothel”

 

ph. Zana Briski

 

http://www.zanabriski.com/

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